PNRR scuola, Ancodis: ‘Siamo al capolinea’

In queste settimane il tema del PNRR con il DL 36/2022 ha tenuto banco nel confronto politico, sindacale e culturale facendo emergere la visione del Paese dei prossimi decenni. “Alcuni articoli del DL 36 pongono, in particolare, l’attenzione alla scuola italiana relativamente ai temi del reclutamento, della formazione del personale e… STOP!”, commenta Ancodis in un comunicato che riportiamo di seguito.

“Si, proprio stop: sembra che il tema della riforma della vera carriera e della governance della scuola non sia stato ritenuto dal legislatore né urgente né rilevante. Si continua a preferire lo status quo dell’appiattimento all’anzianità al dinamismo professionale oggi più che mai necessario per la gestione delle nuove complessità che la scuola autonoma presenta. Il dibattito comunque c’è e appare finalmente coinvolgere esperti che a tutti i livelli si occupano e si preoccupano del futuro della scuola italiana”.

“Ancodis – continua l’Associazione Nazionale collaboratori Dirigenti scolastici – ritiene che è arrivato il momento per far emergere reticenze o parziali verità sul tema della professionalità dei docenti che non può più esaurirsi nell’ambito strettamente didattico. Non si può più negare che la complessità dell’organizzazione della scuola autonoma necessità di docenti impegnati quotidianamente e per un intero anno scolastico a portare avanti sul piano organizzativo e didattico – in sinergia al dirigente scolastico – l’offerta formativa caratterizzante ciascuna istituzione scolastica”.

“La professionalità del docente nella scuola moderna non può non contemplare cinque fattori: l’anzianità (oggi è l’unico!), le forme di servizio reso, la qualità, il tempo dedicato e la valutazione. Oggi più che mai si rende evidente il vulnus giuridico e contrattuale che per fortuna del Ministero e dei dirigenti scolastici è colmato dalla disponibilità e dalla professionalità di migliaia di donne e uomini che si mettono al servizio delle loro comunità scolastiche con il tacito assenso delle organizzazioni sindacali che dovrebbero – per loro natura costituzionale – riconoscere e difendere il lavoro di TUTTI i lavoratori! Prevale ancora la negazione (in molti è culturale!) dell’esistenza di importanti risorse professionali, prive di possibilità di sviluppo professionale, con importanti e consolidate esperienze in incarichi dedicati al funzionamento organizzativo e didattico, con indiscussi e dimostrabili percorsi di formazione specifica”.

“Allora come ritornare a dare prestigio alla funzione docente?”, si chiede l’Ancodis. “Rompendo l’attuale schema giuridico e contrattuale che non attrae alla professione (se non addirittura allontana o lascia ai margini delle possibili scelte), che non è rispettoso del lavoro sul campo (che NON è soltanto l’ambiente di apprendimento ma anche quelli “intermedi”), che non prevede una carriera docente nella quale a fronte di crescenti compiti/impegni organizzativi e didattici in favore della comunità scolastica non corrisponde un riconoscimento giuridico e contrattuale adeguato. Siamo a conoscenza di emendamenti presentati da diverse forze politiche che provano a dare attenzione – in una visione lungimirante – al tema della governance scolastica. Purtroppo giungono notizie che nella versione definitiva del DL 36 permane la miopia di chi invece dovrebbe sostenere convintamente tale innovazione di sistema”.

“Invitiamo allora rappresentanti politici e istituzionali a entrare nella scuola VERA per rendersi conto cosa voglia dire dover garantire il diritto allo studio e i servizi alla comunità nonostante le mille criticità organizzative quotidiane (assenze personale, emergenze improvvise e strutturali, relazioni conflittuali), per scoprire che per governare questa complessità non basta solo un esperto dirigente scolastico ma occorre la presenza di risorse professionali capaci di coadiuvare e sostenere QUOTIDIANAMENTE il dirigente nella sua funzione, per vedere sul campo il VALORE e la QUALITA’ del lavoro espletato dal cosiddetto middle management scolastico (per qualcuno è inverosimile!). E’ giunto il tempo che la valorizzazione del personale docente si realizzi nell’ambito di un percorso di carriera nel quale all’anzianità di servizio e alla formazione si riconosca la qualità, la quantità e il tempo dedicato al lavoro nelle aree del funzionamento organizzativo, della didattica e della valutazione, dell’inclusione scolastica, dell’innovazione tecnologica e digitale”.

“Oggi – conclude Ancodis – riconoscere l’autonomia scolastica e non riconoscere la squadra dell’autonomia è semplicemente una reticenza ideologica di molti e culturale di tanti (soprattutto dentro la scuola)! Forse stiamo perdendo il treno dell’innovazione di un sistema fermo al 900?”.

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